Worship de Travis Hutchison

Per chi pensa che la sovversione e l’underground non abbiano più lo stesso sapore degli anni ’60 alla Factory o del 1977 in Inghilterra (nascita del Punk), “Worship” dimostra il contrario. Sulla scia dell’Exploding Plastic Inevitable dei Velvet Underground e di Nico – uno spettacolo warholiano che mescolava proiezioni video, musica e performance -, il collettivo Blacklips Peformance Cult ha proposto uno spettacolo insolito ogni lunedì sera a mezzanotte. Creato nel 1991 da Antony Hegarty, Johanna Constantine e Psychotic Eve, Blacklips accoglieva la fauna gay e travestita dell’East Village di Manhattan. Spettacoli da baraccone, concerti e performance art sono stati messi in scena da personaggi strabilianti alla ricerca della bellezza perfetta, affascinati dalle stranezze, dal sesso e dalla morte.
Travis Hutchison ha immortalato questa scena newyorkese con scatti spontanei, ritratti e fotografie di performance, rendendo omaggio all’energia creativa di questi incontri settimanali. Il libro è introdotto dagli attori di questo movimento, poche parole di presentazione prima di immergersi nelle immagini di Hutchison, urgenti, tenere e attente. Incontriamo Antony, fan di Leigh Bowery, fiammeggiante interprete degli anni ’80 e futuro Antony and the Johnsons, ma anche Marc Almond o Taboo! il modello di una delle foto più famose di Nan Goldin. Tutta questa esagerata marginalità ha un che di ridicolo, ma non è sempre così nei movimenti più estremi? Apprendiamo che questi raduni si sono fermati nella loro gloria e non come una cupa caricatura del declino, il che è una buona notizia.