Recensione di : Wintergirls, di Laurie Halse Anderson

Leggere questo libro è difficile, così come anche recensirlo. Non è facile parlare di problemi con i quali non si è avuto a che fare, si rischia sempre di scadere nel banale, nello scontato e di ricorrere a luoghi comuni. Laurie Halse Anderson riesce invece a scrivere un libro che è pura poesia.

Durante la narrazione non si può fare a meno di immedesimarsi in Lia, percependo comunque che quello che fa è sbagliato: ci si innervosisce nel vederla contare tutte le calorie, ci si intristisce nel vedere come gli altri non la capiscano, e viene voglia di urlare “Ma non vedete che sta male!!!“. Veramente, il vedere come gli altri non riescano ad aiutarla ti strazia il cuore e basisce, sembra quasi impossibile. E il seguire Lia che lentamente si spegne è davvero struggente: si capisce sin da subito che è un cammino destinato ad un tragico epilogo, un cammino di autodistruzione: poi compare Elijah e si accende una scintilla di speranza nel nostro cuore. Ma in quello di Lia la scintilla si spegne in fretta ed il suo cammino si affretta verso la fine, come se non vedesse l’ora di raggiungere Cassie, senza però esserne consapevole, temendo addirittura il momento del confronto con l’amica. E’ un libro triste, è impossibile negarlo.

Ma penso che sia un libro importante, un libro da leggere, perchè tutti devono capire che certe patologie sono reali, che le persone che ne soffrono ragionano in un certo modo, che si “vedono” veramente grasse e hanno una percezione di sè fortemente alterata.

Si impiega davvero poco a leggere questo libro ma per metabolizzarlo ci vuole tempo. E’ difficile staccarsi da Lia, nonostante talvolta possa farci innervosire: da molte delle sue azioni, dei suoi ragionamenti, si capisce che è una ragazza estremamente intelligente. Ma purtroppo è terribilmente malata e ha bisogno di aiuto: non solo dello sterile aiuto medico, ma di qualcosa di più. Dobbiamo sempre tenere a mente che a volte bastano piccoli gesti per indurre un sorriso ma anche per distruggere una persona (basti pensare a 13 di Jay Asher): forse anche certe patologie sarebbero meno diffuse se imparassimo a prenderci cura degli altri, a volere loro bene, a dare un abbraccio in più. Mi è capitato alcune volte di finire in dei blog pro-ana, e vi si leggono cose terribili, proprio come quelle che la scrittrice riporta nel suo libro: qualcuno potrebbe pensare siano esagerazioni ma purtroppo non è così, ci sono davvero ragazze che chiedono l’aiuto delle altre per poter ridurre le loro calorie da 800 a 500 al giorno o anche meno.
In conclusione, un libro che vi consiglio perchè dopo Speak Laurie ha nuovamente fatto centro.