cine : Il Conte di Montecristo, di Kevin Reynolds – fine

Dalla cattura e prigionia di Edmond in poi, il film si velocizza troppo, perdendosi parti importanti del testo originale ed aggiungendone altre non necessarie. Nonostante la bravura di Richard Harris nell’interpretazione memorabile dell’Abate Faria, le scene in prigione sono molto superficiali, così come le lunghe conversazioni tra il vecchio e Dantés prima di incontrarsi. Le bellissime lezioni, tanto profonde e ricche di domande semplici e genuine di un Edmond ancora ignorante delle materie scientifiche e filosofiche, sono molto sbrigative. Purtroppo Faria, personaggio fulcro della trama, si perde in fretta e ne rimane immediatamente un ricordo sfocato, mentre nel libro la sua presenza resta indelebile nelle azioni de Conte di Montecristo, soprattuto nei momenti di riflessione morale.

È la mia ultima lezione: non commettere… non commettere crimini per cui stai scontando la pena. (Faria)

I personaggi negativi della vicenda vengono appiattiti e banalizzati, ad esempio Danglars, uno degli autori del complotto, quasi per nulla esistente nel film, così come Villefort, vera causa della prigionia di Edmond, che perde tanto i tratti negativi (si tratta di un uomo spietato), quanto i sensi di colpa. Il vero grande nemico di Edmond, Fernand Mondego, poi, è sbagliato. Fin dall’inizio del film risulta essere un viscido crudele, mentre nella trama originale si comporta da amico nei confronti di Edmond, tratto fondamentale del personaggio, perché è proprio l’amicizia iniziale che renderà il Conte di Montecristo ancor più furioso nei suoi confronti. Fernando è un marinaio proprio come Edmond e, solo dopo aver combattuto in campagne militari, torna in Francia come Conte e sposa Mercédès. Nel film, sembrerebbe già conte, ma, soprattutto, il finale di questo personaggio è totalmente diverso: il duello finale tra Fernand ed Edmond non esiste. Il Conte di Montecristo viene sfidato a duello da Albert, figlio di Mercédès e Fernand (il padre naturale sarebbe, però, Edmond), duello che non avviene. Fernand, invece, vorrebbe uno scontro con colui che ha provocato la sua rovina, ma , scoprendo che la sua famiglia gli ha voltato le spalle, dopo aver scoperto l’accaduto, Fernand si spara.

Il tempo non cura tutte le ferite, la vendetta sì. (Edmond Dantès)

Mancano infine, i dettagli dello stato d’animo dei protagonisti, angosciati, vendicativi, buoni o crudeli, la grande varietà di personaggi brillanti, la profondità della storia tra Mercédès ed Edmond, i pensieri, i sensi di colpa e le paure della donna. Manca il commuovente rapporto tra Edmond e suo padre e le strazianti vicende in casa Morrel.

Purtroppo, credo che il regista non sia stato in grado di interpretare nel modo giusto il senso del romanzo, nonostante la fotografie e le immagini siano eccellenti. Dover tagliare o ridurre la trama di un libro è cosa naturale nella trasposizioni cinematografiche, ma in questo caso, molte scene de Il Conte di Montecristo sono state travisate o mal poste, così come alcuni personaggi chiave, troppo banalizzati, con lo scopo di farli rientrare in categorie (Edmond l’ingenuo, Fernand il cattivo, Mercédès la traditrice), lasciando da parte sfaccettature fondamentali del loro carattere.